Ma che bontà questa scuola qua!!

Ricettario

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  • Edizione: maggio 2014
  • ISBN: 9788897195344
  • Pagine: 176
  • Progressivo: VIII
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Dalla prefazione. L’uomo esprime il proprio amore per il cibo in un modo che presenta delle costanti in ogni parte del mondo. Unico punto di partenza per ogni essere umano, nell’evoluzione del gusto, è il latte materno… una matrice comune per tutta l’umanità che è giusto sottolineare. Poi viene la differenziazione e i quattro sapori di base, dolce, amaro, acido, salato, sono reinterpretati dalle cucine locali a ogni latitudine. L’indice di gradimento dei diversi sapori varia in funzione della disponibilità dei cibi e delle tradizioni. Attraverso la cucina ogni civiltà esprime infatti, allo stesso tempo, la propria diversità ma anche la propria identità culturale, in questo senso il cibo è cultura. Riflettendo bene, in cucina così come in altri campi, occorre somigliarsi un po’ per comprendersi, ma occorre essere un po’ differenti per arricchirsi l’un l’altro nello scambio.

Viviamo oggi un’epoca di transizione, in cui la società si sta dirigendo verso forme multiculturali. È bello pensare che il terreno comune su cui realizzare l’integrazione delle vecchie e nuove generazioni possa essere ancora una volta proprio la mescolanza e la contaminazione delle usanze culinarie. Soprattutto nella nostra terra d’Emilia, che ha eletto da secoli l’arte culinaria e l’ospitalità a tavola quali regine della propria tradizione locale. La cultura del cibo che sentiamo così viva nella nostra terra è frutto infatti di sedimentazioni e lasciti che i popoli transitati o stabilitisi nel territorio nel corso dei secoli ci hanno donato: la coltivazione etrusca della vite, gli insaccati di carne suina dei Celti, il parmigiano fabbricato dai monaci… fino ad arrivare alle lasagne e ai tortellini, sublime sintesi trionfale di cucina raffinata e popolare realizzata dalle nostre “arzdore”.

Chissà quale sarà l’eredità culinaria che nascerà dalle trasformazioni culturali di oggi? Difficile prevederlo, o anche solo ipotizzarlo. Tuttavia mi piace pensare che sia proprio la scuola dell’Infanzia che accomuna, in un unico processo formativo, bambini provenienti da culture così differenti, a dare una delle note di partenza all’intera orchestra, con la creazione di questo libro di ricette multietniche, in cui ai saporiti piatti locali vengono affiancate le proposte di cucine “altre”, di certo non meno appetibili.

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